“OGNI VOLTA CHE AVETE FATTO QUESTE COSE A UNO SOLO DI QUESTI MIEI FRATELLI PIU' PICCOLI, L'AVETE FATTO A ME”. (GESU' CRISTO)





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domenica 20 dicembre 2009

Sminare una terra



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oppure contribuisci alla campagna di Emergency
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UNA BUONA NOTIZIA Il Ruanda libero dalle mine antiuomo 2 DICEMBRE 2009


Le mine antiuomo erano già in uso da parte dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale; oggi sono presenti in 62 paesi del mondo: un'azienda italiana è stata uno dei principali produttori di mine antiuomo.

Chi sono le vittime dell'esplosione delle mine:
un'indagine (fonte: Croce Rossa Internazionale) realizzata in Afghanistan sui feriti delle mine antiuomo denuncia che la maggioranza delle vittime mine sono civili. Solo il 13% dei feriti era costituito da militari. Le vittime delle mine erano state colpite per l'8% durante il gioco, per il 20% durante il lavoro nei campi, per il 15% durante i viaggi, per il 4% durante lo sminamento, per il 38% durante attività non militari; il 2% degli intervistati non ha risposto.
Alcune mine esplodono appena vengono calpestate, altre prima si alzano a circa 1 metro da terra e poi esplodono, altre esplodono dopo averle maneggiate. Ecco perchè le ferite sono diverse: cecità, mutilazioni agli arti superiori o inferiori, ustioni, distruzione del viso.

Sulla base dei dati risulta che le vittime della guerra oggi sono:
34% i bambini 26% gli anziani 16% le donne 17% gli uomini (non combattenti) 7% i combattenti.

I Paesi più colpiti sono
Cambogia, Afganistan, Angola, Mozambico, ex-Jugoslavia, Sudan, Somalia, El Salvador, Kurdistan, Kuwait.

Una delle campagne più celebri e di successo in questo senso fu la International Campaign to Ban Landmines (ICBL). Appoggiata anche da diversi governi nazionali (in particolare, quello canadese), la campagna ha portato alla definizione del Trattato di Ottawa (1994), che vieta l'uso, l'immagazzinamento, la produzione e la vendita di mine anti-uomo, e che è stato in seguito firmato dalla maggior parte delle nazioni del mondo. Vediamo chi non ha aderito al trattato: Stati Uniti, Israele, Finlandia, Russia, Cina, India e Corea del Nord.

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