Adozione spirituale, sostegno a distanza in un Paese, e sostegno a distanza comunitario: a seguito della presentazione del rapporto del ForumSad sulle associazioni aderenti alla sua rete, Aibi oggi rilancia le sue tre proposte di sostegno a distanza e fa sapere di operare nel rispetto delle “Linee guida per il sostegno a distanza di minori e giovani” emanate dall’Agenzia per le Onlus, “garantendo ai sostenitori ed ai beneficiari trasparenza e qualità nei progetti, informazioni chiare e complete sul contributo versato a sostegno dei bambini e delle loro comunità di appartenenza”. Secondo ForumSad sono oltre 2 milioni gli italiani che sostengono un bambino a distanza, 360 milioni di euro la somma annuale destinata a progetti Sad e oltre 110 i Paesi del mondo in cui si sviluppano progetti italiani. Solo nel Lazio ci sono 200 mila sostenitori, l’80% concentrati nella capitale; 210 organizzazioni che fanno sostegno a distanza e 2.100 operatori di cui 1.700 volontari. Il Sad, spiega Aibi, “rappresenta una forma virtuosa d’aiuto verso i Paesi più poveri del mondo, in grado di offrire ai bambini la possibilità di studiare e di ricevere le cure sanitarie, quindi, gli strumenti per immaginare una prospettiva di vita diversa. Con una sorta di effetto domino il sostegno al bambino diventa anche un supporto alla comunità”.
fonte Sir
sito Ai.Bi.
lunedì 29 agosto 2011
sabato 27 agosto 2011
Emergenza in Africa Orientale
Emergenza in Africa Orientale a causa della siccità. E' possibile donare 2 euro fino al 31 agosto inviando un sms solidale al 45500. Invita altri a donare!
fonte Agire (agenzia italiana risposta emergenze)
fonte Agire (agenzia italiana risposta emergenze)
mercoledì 17 agosto 2011
Citroen, 1 click donation
La onlus che riceverà più voti tramite il sito della Citroen su facebook riceverà in omaggio un'auto. E' possibile votare 1 sola volta. Il concorso scade il 26 agosto 2011.
1 click donation - Citroen
1 click donation - Citroen
martedì 2 agosto 2011
Intesa con l'azienda ospedaliera per dare degna sepoltura ai bambini non nati
A Caserta, l’associazione Difendere la vita con Maria, fondata e presieduta da don Maurizio Gagliardini, ha siglato un protocollo di intesa, approvato con delibera del 22 luglio 2011, con l'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano, per promuove il seppellimento dei «bambini non nati».
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Nel nostro Paese è previsto il seppellimento dei feti superiori alle 20 settimane, le cui fattezze umane così evidenti e visibili impediscono anche ai più cinici di gettare questi resti umani nell’inceneritore.
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Sovente questo avviene con ben poca cura (in modo anonimo, cumulativo, senza possibilità di conoscere il luogo), mentre per quelli più piccoli sarebbe richiesta un'analoga pietas, trattandosi pur sempre di resti umani, ma nella realtà dei fatti essi finiscono spesso bruciati nell’inceneritore insieme ai "rifiuti speciali", quando non buttati, come un tempo avveniva sicuramente più spesso, nelle fogne.
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Un dpr del 21 ottobre 1975, n. 803, stabilisce, all’articolo 7, «su richiesta dei genitori il seppellimento anche dei prodotti di concepimento abortivi di presunta età inferiore alle 20 settimane». Proprio sulla base di questo dpr, l’allora ministro alla Sanità Donat Cattin emanò la circolare telegrafica n.500/2/4 del 13 marzo 1988, tutt’ora in vigore, in cui si stabiliva la sepoltura di feti anche in assenza di richiesta dei genitori, e si ricordava che «lo smaltimento attraverso rete fognante o i rifiuti urbani ordinari costituisce violazione del Regolamento di polizia mortuaria e del Regolamento di igiene», mentre lo «smaltimento attraverso la linea dei rifiuti speciali, seppur legittimo, urta contro i principi dell’etica comune».
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Leggi tutto l'articolo
fonte LaBussolaQuotidiana.it
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Nel nostro Paese è previsto il seppellimento dei feti superiori alle 20 settimane, le cui fattezze umane così evidenti e visibili impediscono anche ai più cinici di gettare questi resti umani nell’inceneritore.
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Sovente questo avviene con ben poca cura (in modo anonimo, cumulativo, senza possibilità di conoscere il luogo), mentre per quelli più piccoli sarebbe richiesta un'analoga pietas, trattandosi pur sempre di resti umani, ma nella realtà dei fatti essi finiscono spesso bruciati nell’inceneritore insieme ai "rifiuti speciali", quando non buttati, come un tempo avveniva sicuramente più spesso, nelle fogne.
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Un dpr del 21 ottobre 1975, n. 803, stabilisce, all’articolo 7, «su richiesta dei genitori il seppellimento anche dei prodotti di concepimento abortivi di presunta età inferiore alle 20 settimane». Proprio sulla base di questo dpr, l’allora ministro alla Sanità Donat Cattin emanò la circolare telegrafica n.500/2/4 del 13 marzo 1988, tutt’ora in vigore, in cui si stabiliva la sepoltura di feti anche in assenza di richiesta dei genitori, e si ricordava che «lo smaltimento attraverso rete fognante o i rifiuti urbani ordinari costituisce violazione del Regolamento di polizia mortuaria e del Regolamento di igiene», mentre lo «smaltimento attraverso la linea dei rifiuti speciali, seppur legittimo, urta contro i principi dell’etica comune».
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fonte LaBussolaQuotidiana.it
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